INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA: FACCIAMO IL PUNTO

ChatGPT

Chat GPT è l’applicazione di Intelligenza Artificiale Generativa (IAG) più nota, ma non è l’unica. Di IA si parla già da molti anni ma è la qualifica generativa la novità rispetto al passato.

L’IA che conoscevamo prima di ChatGPT era progettata per riconoscere e classificare dati esistenti. Gli algoritmi generativi sono invece progettati per generare nuovi dati sulla base di un insieme di regole. Non siamo di fronte ad un software programmato ma “addestrato”; quindi, in un certo senso, più creativo. GPT sta appunto per Generative Pre-trained Transformer (dove pre-trained ci sottolinea il fatto che è addestrato, non programmato a fare certe cose). L’IAG è un vero e proprio game changer.

L’argomento dal punto di vista tecnico è ovviamente più articolato.

E IL METAVERSO DOV’È’ FINITO?

L’IAG non sembra essere un fuoco di paglia; come invece sembra sia accaduto al Metaverso. Di pochi giorni fa (Sole 24 ore del 16/5) che il prezzo dei terreni virtuali su Decentraland è crollato del 90%. Scrive Biagio Simonetta: …era solo ottobre 2021 quando Mark Zuckerberg cambiava il nome della sua holding in Meta; ma sembra già preistoria. Non appena abbiamo scoperto l’IAG, il destino del Metaverso sembra segnato e rischia di finire nell’album dei flop tecnologici. Un esempio: Walt Disney ha chiuso la divisione che stava sviluppando le sue strategie per il Metaverso.

E se il metaverso è durato meno di due anni, ChatGPT può essere ritenuta la responsabile principale di questo flop.Il suo successo sta nel fatto che è di più immediata comprensione, facile da usare e che – per ora – è ad accesso libero. ChatGPT, inoltre è anche in grado di generare un testo simile a quello scritto da un essere umano, rendendo molto facile l’interazione.

QUALCHE ESEMPIO

Il primo ambiente dove vennero sperimentati gli algoritmi è il gioco degli scacchi. Nel programma vennero caricate tutte le possibili mosse e nel 1997 il campione Kasparov venne battuto da una macchina. È da qui che si comincia a parlare di IA.

Ma l’IAG, come detto, è un’altra storia. Essa simula l’intelligenza umana, elabora grandi quantitativi di dati e calcoli e viene addestrata, ad esempio nel prendere decisioni. Walmart sta affidando la gestione degli acquisti a questi algoritmi generativi che condurranno le trattative di acquisto con i fornitori. È di questi giorni anche la notizia di IBM che ha sospeso le assunzioni per ruoli che possano essere sostituti con l’IAG: si parla di 7.800 dipendenti con funzioni di back-office, risorse umane e servizio clienti.

CAMBIERA’ ANCHE IL MARKETING

L’IAG da generalista sta anche specializzandosi. Di due mesi fa la notizia che Bloomberg sta sviluppando BloomberGPT, addestrato in ambito finanziario.

Ma l’IAG è in grado anche di generare anche immagini, testi, video, musica, annunci, landing page, ecc. E quindi anche la funzione del marketing verrà profondamente investita. E non solo la funzione del marketing operativo; anche quello strategico.

Ma lasciamo che sia ChatGPT stesso a rispondere.

Domanda: quali nuovi strumenti di marketing, strategico ed operativo, sta portando l’Intelligenza Artificiale?

Risposta di ChatGpt:

  • Analisi dei dati e previsioni: l’IAG è in grado di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale e fornire previsioni sul comportamento dei consumatori. Questo consente di creare strategie di marketing più mirate e personalizzate
  • Personalizzazione dei contenuti: l’IA consente di creare contenuti personalizzati per ogni singolo cliente in base alle loro preferenze e comportamenti. Ciò aumenta l’engagement e la probabilità di conversione
  • Automazione dei processi di marketing: l’IA può automatizzare alcune attività di marketing, come l’invio di e-mail personalizzate, la gestione dei social media e la segmentazione dei clienti
  • Chatbot e assistenti virtuali: l’IA consente alle aziende di creare chatbot e assistenti virtuali in grado di rispondere alle domande dei clienti in modo automatico e personalizzato
  • Rilevamento del sentimento: l’IA è in grado di analizzare il sentimento degli utenti sui social media e sui siti web delle aziende, fornendo informazioni preziose sulle opinioni dei clienti e sulle aree di miglioramento.

CONCLUSIONI

In questo momento l’IAG è in fase di evoluzione, ed è difficile immaginare quali saranno gli sviluppi e le ricadute pratiche. Immagino che sarà come avere un consulente specializzato sempre al nostro fianco.

Ma che ruolo avranno allora le persone? Credo sarà quello di contestualizzare ciò che l’AIG ci dirà. In altre parole, dovremo usare la nostra intelligenza emotiva – che per ora l’IAG non ha – per indirizzare/correggere gli output e le decisioni che l’IAG prende.

Lo scopo delle riflessioni appena fatte non è quello di affrontare gli aspetti di carattere etico che l’IAG apre. Dico solo che tutte le innovazioni tecnologiche sono da sempre state usate sia per attività nobili che no. Il problema non è lo strumento, ma l’uso che ne facciamo e ne faremo.

Per chi volesse approfondire questi temi segnalo alcune fonti:

Pier Paolo Galbusera

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